Marialaura Bonfanti ci introduce allo Yoga Sciamanico
19 marzo: GLI SPIRITI DELLA NATURA E LA CACCIA ALL’ANIMA
Un percorso di tre incontri il sabato mattina alle 13:
16 gennaio: LA PORTA DEL RICEVERE
13 febbraio: RITUALE DEI CINQUE ELEMENTI NATURALI: LIBERARLI, GUARIRLI
Sabato 16 gennaio dalle 13 alle 14,30
Yoga sciamanico - yoga dell'energia
Tra il punto Hara e il chakra del cuore si trova la cosiddetta Porta del Ricevere. E’ una parte delicata del nostro corpo, dove risiede anche il diaframma, dove sensi di colpa e paure creano tensioni e contratture, impedendoci un respiro pieno, facendoci così perdere vitalità, volontà, capacità di espressione del corpo e del cuore. La tensione di quest’area genera una chiusura permanente della porta del ricevere.
Lavoreremo con asana e pranayama per portare consapevolezza e sbloccare in particolare questa area del nostro corpo fisico, dall’ombelico al cuore. Apriremo la nostra capacità sottile di ricevere abbondanza, guidati dai tamburi e da vibrazioni sonore scelte ad hoc per questa esperienza di profondo rilascio e apertura.
Mediteremo con tecniche di visualizzazione e YantraYoga tipiche dello yoga sciamanico.
per info e prenotazioni
mondo@mondoyogamilano.it
Ma cos'è lo yoga sciamanico? Leggete le parole di Marialaura:
LO YOGA SCIAMANICO TANTRICO
Energia, Natura, Potenza
“Che tutto in te sia gioia, questa è la tua meta.”
Sri Aurobindo
Lo yoga è un percorso di Libertà che ci porta a smettere di avere paura. In questo senso lo Sciamanesimo e lo Yoga ci chiedono entrambi di lasciare andare le nostre paure ed entrare in contatto con quella forza vitale che abita in noi e genera il mondo. Ed entrambi hanno una volontà comune: quella di “vedere oltre”.
La parola sciamano si riferisce a colui che può vedere attraverso l'oscurità. In sanscrito, la parola guru si riferisce a colui che può rimuovere il buio. Entrambi usano intenzionalità e messa a fuoco. Entrambi cercano di renderci più sensibili alla natura più sottile della Relatà, ed entrambi ci portano su un percorso di auto-rivelazione attraverso una connessione intima con la vita, la natura e il mondo che ci circonda.
Lo Yoga Sciamanico è il riconoscimento di queste affinità e l’unione di queste due vie in un sincretismo che rende entrambe ancora più potenti. Ci conduce in un viaggio di collegamento intenso e intimo con la nostra psiche e con i molti campi vibrazionali che popolano tutti gli strati della Realtà. Questi si rivelano in molte forme e possono aiutarci a districare nodi di confusione, traumi e sofferenza. Diventiamo in grado di muoverci attraverso diversi piani con facilità e cominciamo ad avere fiducia nella Forza vitale che sostiene e muove l'Universo.
LE ORIGINI NEL TANTRA
Lo Yoga Sciamanico Tantrico vanta antichissime origini, che fondano le loro radici nelle millenarie culture sorte alle pendici dell’Himalaya e poi diffuse in tutta l’Asia. Fu insegnato e tramandato dai grandi maestri Naropa, Tilopa, Milarepa e dalle maestre yogine e sciamane tantriche, come Yesce Tsogyel consorte di Padmasambhava e molte altre guru tantriche. E’ lo yoga della smaterializzazione e della depersonalizzazione del reale, che mira alla ricerca della vera natura unica di tutte le cose. Tramite la pratica si trova l’anima, l’essenza, l’immagine, la proiezione.
Lo Yoga Sciamanico è per eccellenza lo Yoga della Potenza; di vocazione tantrica, di natura antica, di voce poetica. Parla attraverso pratiche meravigliose che riguardano il risveglio dell’energia dormiente in ogni uomo: la kundalini. Parla mediante la psicopompia, la capacità di vedere simultaneamente nella morte e nella vita.
IL VOLO MAGICO E LA MORTE MISTICA
Lo Yoga sciamanico unisce l'esperienza tribale di tutti i popoli alla mistica dello yoga, tantrica, lamaista e buddista. In queste pratiche ricorre il termine "volo magico" che si riferisce al superamento della condizione umana per giungere all'assoluto, ma anche per ritrovare lo spazio mistico interiore che è un "luogo" sacro, fonte di visione e di autoguarigione.
Altro elemento in comune è la "morte mistica" e cioè l'abbandono dell'abituale stato di coscienza, la rottura della gabbia dell'io: la personalità di facciata, spesso schematica, origine di un corpo rigido e pieno di contratture.
Si diventa sciamani -guaritori di se stessi ed eventualmente degli altri- solo in seguito ad un processo di morte e rinascita. È un'iniziazione che si compie in uno stato non ordinario di coscienza, ampliato: in sogno o durante la trance leggera indotta da una particolare e protratta respirazione, dal suono del tamburo, dal canto di mantra o dalla danza.
Lo sciamano è un grande conoscitore della morte poiché l'ha sperimentata più e più volte. Sa che essa genera tutte le paure, ma solo dopo averla attraversata, con il coraggio di "guardarla in volto" ha potuto guarire la vita. L'ha trasformata radicalmente.
Lo sciamano così come è un grande conoscitore della morte lo è della psiche umana. È assolutamente vivo poiché danza nella molteplicità e riesce a riunificare gli opposti. Vive a proprio agio nella Terra di Mezzo, sapendo muoversi con abilità nel mondo del Cielo e della Terra. Ha sconfitto la paura e la prudenza del mondo, ma soprattutto non si lascia schiacciare né condizionare dalle immagini di questo mondo, frutto di una psiche snaturata.
Ha una visione della vita molto poetica e creativa, scanzonata, ironica e riesce ad avere sempre il giusto distacco dalle situazioni e dagli eventi. Vive le emozioni e le esperienze totalmente, senza pregiudizi. Sa che è solo l'esperienza, il veicolo della conoscenza e della trasformazione. L'intuito, una qualità non razionale, lo guida.
La “dissacrazione” di tutte le teorie, dei simboli, delle immagini, delle emozioni, dei legami affettivi, dei ruoli, è il mezzo attraverso il quale lui/lei ritorna alla libertà e alla spontaneità dell'essere, nonché alla comunione con la Natura, a cui sente, nel profondo, di appartenere.
Il prevalere della mente razionale a scapito dell'istinto, ha portato l'uomo ad allontanarsi dalla Natura e di riflesso da se stesso e a divenire un essere inevitabilmente "spezzato" e infelice, alienato dalla realtà che la sua stessa mente conosce. La creatura ignora che quella realtà è ciò che i mistici chiamano il "velo di Maya", l'illusione. La vera realtà è inconoscibile con la sola ragione.
Con lo Yoga sciamanico ci si può ricongiungere a quel principio intelligente che è nella natura e di riflesso nelle profondità del corpo, per ritrovare la sincronicità di cui godeva spontaneamente l'uomo primitivo. Il cuore, l'intuito, l'istinto possono aiutare la ragione a ristabilire la comunione con la coscienza universale.
IL CORPO, LA NATURA E L’ESTASI
Lo sciamano usa il corpo, quale strumento essenziale della conoscenza, dal quale non si può prescindere, dal momento che nessun tipo di realizzazione è possibile se non si passa attraverso di esso. È materia versatile e intelligente, fonte di informazioni.
La consapevolezza del corpo, riavvicina alla natura che è esistenza, coscienza, poesia e bellezza. Con tale presupposto, si può trova il potere di guarire, di prevedere, di conoscere e di trasformare. Ciò accade quando si sviluppa la capacità di abbandonarsi al fluire dell'energia e della forza senza giudicarla, bloccarla e opporre alcuna resistenza.
Solo attraverso il "surrender" (la resa, l'abbandono), lo sciamano ottiene l'estasi. Perdendo tutto (le proprie convinzioni, certezze, sicurezze, abitudini) accade la magia: il cambiamento in conformità alla volontà cosciente.
Il mondo dell'estasi sciamanica è popolato da spiriti, entità, divinità: energie e simboli allo stato puro; personaggi da favola, quelli a cui i bambini spontaneamente danno anima nella realtà o rivedono nei sogni. La capacità immaginativa è l'anticamera del potere di visione, il propellente per "sciamanizzare", la possibilità di ricreare la propria esistenza e realizzare le intime aspirazioni.
SCIOGLIERE L’IPNOSI DEL MATERIALISMO
Riprendere confidenza con il mondo dell'invisibile è il diktat dei tempi che stiamo vivendo, un periodo molto intenso di trasformazione per tutta la Terra, un momento davvero fecondo per chiunque voglia dare una sferzata al proprio processo evolutivo a favore di un recupero integrale del proprio benessere. Intendo per benessere e integrità il riappropriarsi di quella gioia di vivere che è l'unico scopo della nostra vita la quale non è altro che un sogno, un “gioco divino” (lila, come la definiscono i Veda) e come tale va vissuta: libera da condizionamenti, memorie dolorose, pesi karmici e altre zavorre che appesantiscono il naturale stato di vuotezza e leggerezza che ci compete per diritto di nascita.
Non rimane che "arrendersi" all'evidenza sperimentabile della magia in tutto ciò che ci circonda, ovvero degli strati invisibili delle cose, dell'essenza psichica del mondo materiale, della non oggettività dell'esistenza, dell'unità di fondo che permea ogni nostra esperienza, dell'essenza vibrante di pura luce, puro spazio, puro vuoto, pura energia che noi siamo in quanto microcosmo che ha in sè tutte le stesse qualità del macrocosmo: le cellule del nostro corpo risuonano con i trilioni di stelle che compongono l'Universo e ogni legge della natura funziona per assonanza in ogni singolo organo del nostro corpo fisico. Siamo fatti di terra, acqua, fuoco, aria, etere. Siamo fatti della stessa sostanza della Terra, e dei sogni - parafrasando poeticamente Shakespeare. Come possiamo dimenticarci di tutto questo?
Riuscite a percepire, osservandolo attentamente, la quiete di un albero (anche quando un temporale devasta i suoi rami), di un lago (anche quando una burrasca scuote le sue acque), di un prato d'erba, di un cigno, di una formica e via dicendo, qualsiasi circostanza esterna ci sia? Anche noi siamo parte di questo universo naturale dove l'unico comandamento che vige è la forza della vita (la pura energia vitale).
“Utilizzare bene la mente” vuol dire anche risvegliare le facoltà mentali meno legate al pensiero e più connesse alle qualità superiori dell'intuizione, della visualizzazione immaginale, della creatività.Vuol dire tornare a essere sciamani, saper dialogare con le forze invisibili che permeano il mondo visibile, edificarsi una dimora fatta di sogni che scegliamo noi di vivere e distruggerla ogni volta che è divenuta troppo stabile, vuol dire fluire nel cambiamento in totale armonia con le leggi della natura e del nostro daimon, il richiamo e la vocazione dell'anima.
Lo Yoga sciamanico è un mezzo per avviare questa trasformazione dell’essere umano, della sua mente e delle sue cellule. Lo Yoga sciamanico trasmuta le emozioni negative e genera vibrazioni di gioia. Praticare lo yoga sciamanico significa ricollegarsi alla propria anima, al proprio mondo interiore, facendo fuoriuscire potenzialità latenti. Conduce quindi a un riavvicinamento alla Grande Madre, alla Natura, a una profonda guarigione dell’anima. Lavorando sui principali chakra e sulla respirazione attraverso particolari tecniche si percepiscono gli elementi quali acqua, aria, terra, fuoco e spazio. Il lavoro su questi elementi tramite lo yoga sciamanico è molto potente, poiché fa emergere intense energie e flussi di coscienza sopiti dallo stress, dalle ansie, dalle frenesie contemporanee.
LA PRATICA
La pratica di Yoga Sciamanico si svolge in un cerchio al centro del quale si trova il Fuoco della Creazione. L'assenza di sforzo è la sua caratteristica fondamentale. Significa rimanere nello "stato naturale", condizione che consente di non provare né attrazione né repulsione, non desideri, ma semmai osservi i tuoi desideri, come sogni che non ti appartengono, non produci immagini, piuttosto osservi le impressioni che corrono attraverso i tuoi sensi interni.
Si pratica nel cerchio, si chiama lo Spirito con tamburo, sonaglio, voce e movimento. È fatto di momenti di ascolto silenzioso e di movimento consapevole (asana). Di respiro yogico-sciamanico, energia, meditazioni, gesti rituali e mudra.
Due sono i momenti cruciali dello Yoga Sciamanico: 1) “Mettere all’interno” Momento iniziale in cui si riporta la realtà in un mandala, rappresentandola sotto forma di simboli all’interno di una struttura circolare. 2) “Energizzare e potenziare” Nel secondo momento si agisce sui canali e centri energetici (nadi e chakra), per risvegliare le forze necessarie a intervenire sulla trasformazione.
Il primo momento è quello del riassorbimento, in cui riportiamo ogni cosa, ogni persona, emozione, evento, esperienza con la quale veniamo a contatto quotidianamente, alla sua reale natura, che non è altro che immagine, sogno, proiezione, illusione, ciò che i sacri testi vedici chiamano “maya”.
Il secondo momento è la fase energizzante, in cui attraverso particolari tecniche di respirazione, meditazione e postura agiamo sulle energie per risvegliare la forza che ci conferisce il potere sulla nostra creazione immaginale.
Riassorbiamo il reale, riprendendoci i ricordi e riassumendoci la responsabilità per tutte le emozioni vissute in vita.
Consigli di lettura
Mircea Eliade "Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi" Ed. Mediterranee 1995 pag.442)
Selene Calloni Williams Yoga Sciamanico. Viaggio ai confini tra lo spazio e il nulla.
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