mercoledì 9 dicembre 2015

adagio urbano - un libro scritto da teresa monestiroli - da leggere!

Teresa Monestiroli, che pratica yoga da mondō, ci ha chiesto di presentare a Yoga Festival il suo libro Adagio Urbano.
Questi i nostri appunti.



Teresa è una giornalista e Adagio urbano è il suo primo libro in cui prendendo spunto dalla sua scelta di vita ci racconta le esperienze di altre persone.
Ci piace che lo faccia senza commentarle troppo, senza cercare di convincerci di nulla.
È una lettura piacevole e scorrevole, una carrellata di tanti squarci di normali vite quotidiane, ma i temi che emergono, con nonchalance , senza che Teresa dia loro troppo peso, sono piuttosto significativi.

La città - Il suo adagio è urbano, il libro è dedicato ai cittadini ed è un invito a riscoprire il piacere di rallentare in una grande città. Questa è già una prima cosa su cui soffermarsi, spesso infatti quando si parla di downshifting la proposta è quella di un cambiamento radicale: lascio il lavoro e lo stress della città per una nuova vita bucolica.
Qualcuno lo fa se questo è nelle sue corde ma le storie di cui Teresa ci racconta sono alla portata di tutti. Sono un invito a riconsiderare giorno per giorno le nostre vite e a non dare x scontato che scelte fatte anni addietro debbano essere uguali per sempre. Chi ci conosce sa che su questo argomento potremmo aprire una parentesi lunghissima raccontando una nostra recente storia. ma la conserviamo per il prossimo libro di Teresa :).

Le difficoltà - Ci piace che Teresa ci ricordi spesso i dubbi e le difficoltà della sua scelta non solo prima del cambiamento ma anche dopo.. rende tutto molto credibile e alla portata di tutti. Stefano, il poeta, chiede un part time del 75% e per i primi tempi non riesce a fare nulla nelle due ore di libertà ritrovata, le passa inchiodato a una panchina a guardare il vuoto.


L'adagio urbano che Teresa ci racconta è un cambio di vita senza gesti eclatanti, qualcuno si licenzia e si reinventa ma a volte basta provare a cambiare il ritmo, trovare un ritmo naturale, un ritmo che è soprattutto interiore. Ognuno deve trovare il suo. Susanna per esempio, un altro dei protagonisti, l'ha trovato andando al lavoro a piedi, 10 km tutti i giorni sono il suo prezioso momento per sé.

Coltivare, restaurare, condividere, camminare, pedalare, l’adagio urbano può essere declinato in tantissime forme e Teresa non vuole indicarcene una migliore di un’altra. Ogni storia ci porta davanti a una riflessione, a un tema. Siamo tutti invitati a prenderci la responsabilità delle nostre vite, siamo aiutati a vedere con più chiarezza e soprattutto capiamo che esiste la possibilità concreta di Cambiare le cose dal basso.

Non si parla solo di downshifting ma di condivisione, volontariato civile, attivismo sociale. Prendersi del tempo per sé non significa necessariamente isolarsi ma può anche diventare un modo per fare qualcosa per la comunità. Manuel, giardiniere, dice una delle frasi più belle " è bellissimo avere il privilegio di poter fare una cosa che ami senza ritorno economico".

Il silenzio - Non sappiamo se arriveremo a fare compagnia a Francesca che un giorno alla settimana non parla, non usa le parole, non usa il telefono, non legge né invia messaggi ma molti di noi sentono sempre più spesso la necessità, non il desiderio, proprio la necessità, di momenti di silenzio. Non per far riposare le orecchie ma la mente.

Efficienza - Ce lo racconta il bike messenger ma noi l’abbiamo già provato nella nostre vite, il rallentamento non è a scapito dell’efficienza ma è proprio il contrario. Sappiamo tutti quanto tempo abbiamo perso per aver voluto fare le cose troppo in fretta. Per non parlare del fatto che "quando si va di fretta tutto finisce per essere uguale".
Per gran parte della nostra vita chiediamo a noi stessi la massima efficienza, talvolta è caratteriale, ma spesso è inevitabile se lavori, sei mamma, moglie, hai il cane ecc. Spesso tiriamo un po' troppo la corda finché realizziamo che così proprio non va e che dobbiamo ricominciare da capo e fare un lavoro ancora più difficile : imparare a fare una cosa per volta e pensare una cosa per volta.

E qui arriviamo al tema per eccellenza: la presenza. Se alla parola rallentamento sostituiamo la parole presenza, non abbiamo bisogno di aggiungere altro.
La differenza vera nella nostra vita la fa l’ESSERCI. E credo sia il motivo per cui Teresa ha pensato proprio a Yoga Festival per parlare del suo libro.






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